Gestire l’abbondanza è auspicabile, il vero problema è la miseria

La destagionalizzazione, ammesso che sia praticabile, non è il rimedio per gestire i flussi imponenti di turisti in alcune limitate zone del globo terrestre.

“Melius abundare quam deficere”

Di overtourism si parla solo quando è troppo tardi. Popolazioni e turisti che si lamentano del sovraffollamento di alcune destinazioni, in Italia quasi sempre Venezia e le Cinque Terre.

Il tema è abbastanza ostico anche perché, nell’economia generale del turismo, la questione riguarda solo alcune destinazioni.

Sempre più spesso si sente inneggiare alla destagionalizzazione o alle politiche tariffarie come strategie utili per “governare” in qualche modo i flussi turistici. Misure che però non possono essere efficaci se non unite ad una serie di accorgimenti che facilitino la fruibilità delle destinazioni turistiche. Come poter “combattere” il fatto che tutti gli europei vanno in vacanza nei mesi di luglio e agosto.

Purtroppo, o per fortuna, “i turisti vengono da tutti gli angoli del globo, ma visitano solo alcuni angoli del globo”. Antonio Pezzano in uno dei molti post dedicati da Officina Turistica all’overtourism, individua tre conseguenze relative alla sovra abbondanza turistica:

Conseguenza N.1, con l’overtourism la qualità dell’esperienza turistica si riduce.

Conseguenza N.2, l’overtourism rischia di ridurre, se non distruggere (anche fisicamente) il valore del capitale turistico.

Conseguenza N3, l’overtourism è fonte di conflitti sociali.

Il focus dedicato da BTO 2017 alle città intelligenti ha molto a che fare con l’overtourism. Visto che politiche tariffarie e destagionalizzazione non sono deterrenti alla crescita delle presenze in alcune destinazioni, perché non rendere queste località, località intelligenti, smart, fruibili più facilmente con tecnologie che aiutino ospiti e residenti a “vivere” meglio un luogo?

Città che sappiano indicare i tempi delle file, app che consiglino non solo la fermata della metropolitana più vicina ma anche quella meno frequentata e magari in quale ora è meglio utilizzarla, segnaletiche che indichino il parcheggio libero più vicino, i passeggini o le biciclette condivise.

C’è da lavorare in questo senso per rendere più gioiose le città che ci ospitano e che con il gettito turistico, quasi sempre, sistemano i loro bilanci (leggi tassa di soggiorno).

Tutto ciò sottende sforzi tecnologici, coordinamento delle risorse, gestione oculata e una mentalità al di fuori dei soliti schemi con i quali operano le persone e gli enti che si occupano dell’organizzazione e della promozione turistica delle destinazioni.

Nuove tecnologie, big data, informazioni e tecniche che potrebbero addirittura consentire di prevedere l’arrivo di determinati flussi, con la possibilità di creare situazioni favorevoli che possano creare addirittura extra profitti per aziende e destinazioni.

In attesa che vengano svelati i panel dedicati da BTO2017 | TEN puoi approfondire la questione leggendo il post di Antonio Pezzano su Officina Turistica, trovi anche una serie di link utili per comprendere come, in alcune destinazioni viene percepito e come viene gestito l’overtourism.

Robi Veltroni
Comitato di Programma BTO2017 | TEN